
L’intrappolamento popliteo è una sindrome, spesso su base genetica, caratterizzata da una compressione meccanica estrinseca ed intermittente della arteria poplitea, per alterazione congenita dei rapporti anatomici della stessa arteria con il capo mediale prossimale del muscolo gastrocnemio.
Chi colpisce la compressione dell'arteria poplitea?
In genere la sindrome colpisce maschi di giovane età, in forma monolaterale nel 60% dei casi, con una variabilità della compressione che clinicamente si distingue in cinque forme:
tipo I – deviazione mediale rispetto ad una normale inserzione muscolare
tipo II – passaggio mediale dell’arteria con inserzione laterale del muscolo
tipo III – passaggio dell’arteria nello spessore delle fibre muscolari del gastrocnemio
tipo IV – anomala fibrosi muscolare in loco che comprime l’arteria
tipo V – compressione conseguente a concomitante vaso venoso
Quali sono i sintomi da compressione dell'arteria poplitea?
la forma clinica più frequente (>50% dei casi) è il tipo I e il sintomo caratteristico, che si manifesta particolarmente durante attività sportive o lavorative intense è la cosiddetta claudicatio intermittens, termine latino con cui si indica uno zoppicamento progressivo con dolore e successivo stop dell’atleta per insorgenza di dolore sul cavo popliteo. Questa condizione si manifesta particolarmente nella fase di riscaldamento o all’inizio dell’attività, per poi sparire, paradossalmente, al massimo della attività fisica (per un progressivo incremento della pressione sanguigna che riesce a superare la forza di compressione delle strutture muscolari circostanti).
Come si diagnostica la compressione dell'arteria poplitea?
La diagnosi prevede, oltre ad una valutazione clinica, anche esami strumentali come un ecocolordoppler, una TC spirale ed una risonanza magnetica. L’angiografia va presa in considerazione anche per un approccio di tipo terapeutico (canalizzazione della arteria), anche se nella gran parte dei casi l’approccio chirurgico vascolare è fondamentale.