La Kinesiografia mandibolare

La kinesiografia mandibolare è una metodica di analisi di parte del corpo umano identificata nel 1969 con Bernard Jankelson e consente una analisi (kinesiogramma mandibolare) specifica del sistema neuromuscolare coinvolto nella fisiologia dell’apparato masticatorio.

A cosa serve la kinesiografia mandibolare?

Negli ultimi anni tale tecnica, inizialmente mirata alla analisi della disfunzioni masticatorie, si è estesa allo studio dei disturbi della postura, dei rapporti tra dinamica mandibolare e cranio-rachide, e secondo i sostenitori la kinesiografia mandibolare consentirebbe di individuare una patologia e di risalire alla presunta causa di essa, di progettare una terapia e di valutare una eventuale prognosi, diminuendo i rischi di recidiva.

La semplicità del mezzo di analisi poi consentirebbe di valutare e controllare le singole fasi di terapia analizzando la risposta muscolare ad ogni singolo intervento, e quindi in sintesi permetterebbe anche la verifica finale dei risultati ottenuti.

Usata prevalentemente in ambito odontoiatrico (permette di individuare le cause della mala occlusione dentaria, ottimizza l’intervento in campo protesico facilitando la progettazione di una protesi priva di interferenze e stabile nel tempo), la tecnica di studio della chinesiografia mandibolare permetterebbe, in condizioni patologiche della articolazione temporo-mandibolare, del cranio e del rachide, di stabilire se la sindrome patologica è di origine stomatognatica o posturale, e dunque di individuare la terapia adeguata.

Come si effettua la  kinesiografia mandibolare?

L’esame kinesiografico mandibolare si effettua attraverso un sistema di rilevamento costituito da sensori magnetici che si interfaccia da un computer con specifico software. Nello specifico si posiziona un magnete (sensore attivo), da cui scaturisce la sorgente di campo magnetico ed una maschera (sensore passivo), solidarizzata al cranio, che rileva la posizione spaziale del magnete nei tre piani dello spazio. Il magnete viene solidarizzato alla superficie vestibolare degli incisivi inferiori mediante pasta adesiva, quindi viene posizionata la maschera e centrati i sensori al magnete con un apposito righello.

Quali informazioni riesche a dare la kinesiografia mandibolare?

L’intero sistema viene poi interfacciato al computer come detto capace di registrare i movimenti mandibolari del paziente; nello specifico lo studio dei movimenti della mandibola si articola con una analisi base di otto differenti movimenti della bocca, capaci di fornire

  • informazioni sulla postura globale dell’individuo
  • informazioni specifiche sulla postura cranica e mandibolare
  • informazioni sui rapporti anatomici tra ossa mascellari, mandibolari ed il rachide cervicale
  • analisi di instabilità occlusali, pre-contatti e slittamenti in lateralità, protrusiva, retrusiva.
  • Analisi della funzione linguale e della deglutizione.
  • analisi dell’apparato stomatognatico, sia a livello occlusale che articolare

Diversi sono gli studi scientifici validi che hanno usato la tecnica per approfondirne il valore diagnostico e prognostico, gli eventuali limiti, e il possibile aiuto che tale tecnica può dare nella cura di diverse patologie dolorose (sindromi miofascialisindromi algico-disfunzionali, bruxismo, cervicalgiaemicraniacefalee eccetera), ed appare evidente il grande interesse scientifico che ruota attorno a questa metodica, vi è addirittura un articolo recente in cui si analizza, attraverso chinesiografia mandibolare, l’influenza dell’uso del chewing gum … è quanto dire.

La più importante considerazione che si può fare sull’argomento della kinesiografia mandibloare è quella relativa ad un lavoro condotto e pubblicato nel 2012 da un gruppo di studiosi del settore che, al termine di una ampia ed esaustiva revisione della letteratura scientifica che affronta la questione dei rapporti tra occlusione dentale, postura del corpo e disordini temporo-mandibolari, ritiene che  “… le tecniche posturografiche disponibili e i dispositivi ad oggi noti non hanno sempre trovato alcuna associazione tra la postura del corpo e la occlusione dentale, risultato probabilmente conseguente ai numerosi meccanismi di compensazione che si verificano all’interno del sistema neuromuscolare che regola l’equilibrio del corpo … la letteratura mostra che … l’uso di approcci clinici e strumentali per valutare la postura del corpo non è supportata dalla letteratura, soprattutto a causa delle ampie variazioni nelle variabili misurabili della postura. In conclusione, dunque non vi è alcuna prova che permetta di asserire con certezza l’esistenza di una relazione tra l’occlusione e le caratteristiche posturali … pertanto, gli strumenti e le tecniche che mirano a misurare una disfunzione occlusale presunta (elettromiografia, anomalie kinesiografiche temporomandibolari o posturografiche) non sono scientificamente giustificate nella pratica clinica delle disfunzioni temporomandibolari … “. Tutto questo non lo dico io, ma è affermato da una rivista scientifica (J Oral Rehabil. 2012 Jun;39(6):463-71. doi: 10.1111/j.1365-2842.2012.02291.x. Epub 2012 Mar 21, Dental occlusion, body posture and temporomandibular disorders: where we are now and where we are heading for. Manfredini D, Castroflorio T, Perinetti G, Guarda-Nardini L) di tutto rispetto.

Quando si parla dunque di kinesiografia mandibolare, si deve ricordare dunque che si parla di una tecnica non validata scientificamente ed universalmente, ma basata su esperienze personali e soggettive, e con dei riferimenti scientifici ancora approssimativi, dunque l’idea di sottoporsi a questi esami costosi deve essere sempre ben valutata da un paziente, anche e soprattutto in termini di costo/beneficio.

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