Il cadmio è un elemento chimico che nella tabella degli elementi presenta numero atomico 48 e simbolo Cd. Relativamente raro, è fondamentalmente tossico per il corpo umano, dove il cadmio è presente in minime tracce, con livelli lievemente superiori nei reni. I soggetti con dieta vegana o dieta vegetariana sono a rischio di intossicazione da cadmio.
Cadmio cosa è
Questo metallo pesante, tossico per l’uomo, è immesso nell’ambiente attraverso fonti agricole ed extra-agricole, per cause naturali o antropiche, dovute all’azione dell’uomo. Prodotto poco diffuso in natura, è noto come inquinante ambientale, presente in smog, fumo di tabacco, gas di scarico delle automobili a combustibile fossile, fertilizzanti a base di fosfato. Può derivare anche dalla ingestione di acqua contaminata da tubature galvanizzate o inquinate da sacchi di plastica nera o da pile.
Cadmio dieta
L’uomo può assorbire il cadmio per inalazione respiratoria di vapori o gas che lo contengono o per assorbimento intestinale, quest’ultimo più frequente attraverso la ingestione di alimenti che lo contengono. Soggetti che seguono dieta vegetariana o dieta vegana sono a maggiore rischio di assorbimento di cadmio: infatti le piante sono i primi accumulatori, anche se non tutte lo assorbono nella stessa modalità e quantità, attraverso il deposito sulle foglie, sui frutti e sui semi, in seguito al trasporto tramite le correnti atmosferiche. Quanto detto impone le comuni norme igieniche come quella di lavare frutta e verdura prima del consumo, fatto che diminuisce significativamente la sua concentrazione.
Gli animali che mangiano vegetali possono contenere modeste quantità di cadmio a livello di rene e fegato, quindi appare logico affermare che il consumo di tale frattaglia comporta un rischio sanitario per l’uomo. E’ noto che nei prodotti ittici le concentrazioni sono lievemente superiori e che nei paesi che hanno il pesce come elemento base della dieta i prodotti ittici possono contribuire per il trenta percento del cadmio che l’uomo introduce con la propria dieta.
Cadmio uomo
Come accennato, nell’uomo il cadmio è presente prevalentemente nel rene, nel fegato, nel polmone e nel pancreas ed infine anche nelle ossa. L’intestino di un adulto può assorbire dal 5% al 10% con una quantità media di 10-80 μg, con una variabilità di assorbimento influenzata dal fumo, dalla dimensione delle particelle ingerite, dal pH, dalla velocità di transito gastroenterico, dall’ingestione simultanea di altri cibi, dalla solubilità del composto metallico, dall’interferenza con altri metalli e infine dalla composizione della dieta (la carenza nella dieta di elementi come calcio, vitamina D e ferro aumenta la possibilità di assimilazione del cadmio, prevalentemente per un aumento di sintesi della proteina legante il calcio, molto affine anche con il cadmio, mentre diete ricche di zinco interferiscono sul suo assorbimento).
Cadmio danni alla salute
Il prodotto viene prevalentemente eliminato per via renale. La sua tossicità sembra proprio essere collegata alla sua somiglianza chimica con lo zinco, essenziale per uomini e animali, Non sono note ad oggi funzioni metaboliche del cadmio nell’uomo, sono invece note le sue interferenze in quanto capace di sostituirsi, facendo danno, ad altri metalli come lo zinco ed il calcio. Come detto il cadmio viene accumulato nel rene e nel fegato: elevati livelli di Cadmio consentono al metallo, superato il potenziale di legame, di passare nel sangue, raggiungendo quindi i possibili siti d’azione, legandosi all’emoglobina e alla metallo-tioneina. Il cadmio così veicolato passa agli altri organi sotto forma di Cd-metallo-tioneina, causando danni per la sua peculiare proprietà biochimica di legarsi a molte molecole proteiche enzimatiche provocandone una alterazione della struttura e quindi della funzionalità a livello cellulare come
- inibizione delle ossidasi,
- alterazione di alcune attività del calcio e del suo trasporto transmembrana,
- blocco della fosforilazione ossidativa dei mitocondri,
- alterata funzionalità di diversi enzimi (alcool deidrogenasi, carbossipeptidasi, delta-ALA deidratasi, superossido-dismutasi).
Dal punto di vista clinico le alterazioni biochimiche si traducono in
- patologie cardiache (ipertensione arteriosa e cardiopatie)
- patologie respiratorie (enfisema, bronchite cronica, fibrosi polmonare)
- patologie renali (nefropatia, tubulopatie, insufficienza renale)
- patologie ossee (osteomalacia, fratture spontanee)
- tumori
Dal punto di vista scientifico è noto che le intossicazioni da cadmio comunque sono prevalentemente malattie professionali da sovraesposizione; lavoratori a rischio sono gli addetti a:
- produzione di leghe contenenti cadmio
- cadmiatura di oggetti metallici
- lavorazione di pigmenti contenenti cadmio
- saldatura ad elettrodi
Una interessante e storica intossicazione alimentare da cadmio furono quelle che si ebbero in Giappone: una degli anni ’60, dovuta all’ingestione di cadmio per riso contaminato. all’inizio la malattia scoperta fu denominata itai-itai (ahi-ahi), e colpiva particolarmente le donne con insorgenza inspiegata e ingravescente di lombalgia, coxite, osteoporosi e fratture spontanee, malattie renali, gravidanze con fenomeni di tetragenesi e di aberrazioni cromosomiche, e tumori. Nel 1968, il Ministero della Salute e del Welfare ha constatato che questa malattia era una forma di avvelenamento cronico da cadmio per ingestione di riso contaminato coltivato presso un grande fiume ove scaricavano alcune industrie lavoranti metalli pesanti appunto.
Una intossicazione da cadmio va combattuta intanto allontanando la esposizione al fattore, curando le malattie che essa determina e modulando la dieta, attraverso una maggiore assunzione di selenio, che si lega al metallo tossico rendendolo innocuo; cibi ricchi in selenio sono pesci, crostacei, mitili e frattaglie, mentre ne sono carenti i vegetali.