Acido folico, a cosa serve: la vitamina B9 o acido pteroilmonoglutammico

I termini acido folico o folato sono usati in medicina per indicare tutti i composti vitaminici con le caratteristiche dell’acido folico o acido pteroilmonoglutammico o PGA = Pteroylmonoglutamic acid (il folato libero è  detto pteroilglutammato).

Acido folico alimenti

Indicato anche col termine di vitamina B9, l’acido folico nel corpo umano deriva dalla assunzione dei folati presenti nell’alimentazione in modo naturale (folati alimentari) e dall’acido folico sintetico, fabbricato artificialmente. Il nome della vitamina deriva dal termine latino «folium» (foglia) poiché sono ricchi di folato ortaggi e verdure a foglia verde.

I folati cadono nella categoria dei nutrienti essenziali e come vitamina idrosolubile, dunque, l’acido folico non è sufficientemente immagazzinato nel corpo in grandi quantità e dunque si deve assumere giornalmente con gli alimenti come  ad esempio

  • cavolo (cavoli di Bruxelles, broccoli, cavolfiore)
  • formentino (valerianella)
  • fagioli bianchi
  • fragole
  • pane integrale
  • frattaglie di fegato
  • germi di grano
  • semi di soia
  • latte e latticini)
  • patate
  • arachidi
  • asparagi
  • piselli
  • spinaci
  • arancia
  • riso

La forma principale dei folati è il poliglutammato, in vitro la forma ridotta è instabile e va incontro ad ossidazione e successiva degradazione, ma è stabilizzata dalla presenza di antiossidanti come la vitamina C. L’assorbimento dell’acido folico avviene nell’intestino digiuno prossimale, nella misura del  100 per cento per acido folico sintetico in forma galenica (compresse, capsule, compresse effervescenti assunte a digiuno), 85 per cento per l’acido folico sintetico aggiunto agli alimenti (prodotti arricchiti), 50 per cento per i folati alimentari presenti naturalmente negli alimenti.

Una volta assunto e trasportato in circolo con l’albumina, nell’organismo l’acido folico deve essere trasformato in folato metabolicamente attivo ed il fegato gioca un ruolo fondamentale in questo. I suoi cataboliti, vengono poi eliminati con le urine o tramite la bile.

Lo 0,5-1% del folato è catabolizzato o escreto ogni giorno e va sostituito dalla dieta, e poiché vi è un lungo intervallo prima della manifestazione dei sintomi in genere è necessario un lungo periodo di intervento nutrizionale perché il pool di folato dell’organismo raggiunga nuovi livelli stazionari.

Dal punto di vista biochimico l’acido folico o vitamina B9 è importante in diverse reazioni:

  • Sintesi della metionina dalla omocisteina
  • Sintesi delle pirimidine
  • Sintesi ex novo dell’anello purinico

Senza usare termini complessi, l’acido folico è fondamentale per la divisione e la funzione delle cellule, specie in caso di rapido sviluppo, in particolare all’inizio della gravidanza.

Acido folico effetti collaterali

La carenza di acido folico si manifesta prevalentemente sotto forma di una anemia per molto tempo confusa con la anemia di vitamina B12 ma oggi ben clinicamente distinta. Una riduzione della biodisponibilità di acido folico espone una persona a seri e progressivi rischi per la salute:

  • Una carenza di acido folico aumenta il livello di omocisteina nel sangue (iperomocisteinemia), divenendo serissimo fattore di rischio di malattie cardiovascolari (infarti, ictus, embolie)
  • Una carenza di folati induce alterazioni nel ciclo di riproduzione cellulare del midollo osseo causando la cosiddetta anemia megaloblastica
  • Una riduzione dei livelli circolanti di acido folico può anche determinare disturbi gastrointestinali
  • Nelle donne in gravidanza una carenza di acido folico può sviluppare alterazioni nella sintesi di DNA, e dunque nello sviluppo del feto, inducendo nel nascituro diverse problematiche (aumentato rischio di parto pretermine, minor peso alla nascita, aborto spontaneo ed anomalie del tubo neurale come la spina bifida, sulle cui cause non ci sono ampie certezze al riguardo: alti livelli neurotossici di omocisteina, alterata metilazione di tratti di DNA coinvolti nella formazione neuronale, etc). ecco perché a livello preventivo molti ginecologici consigliano integrazione con acido folico, ferro e vitamina C.

Gli ultimi studi scientifici permettono di affermare con decisione che l’acido folico è un agente citoprotettivo, evita cioè che le cellule si alterino e degenerino in cancro, in quanto regola la stabilità del DNA tramite diversi meccanismi principali biochimici.

Una sua carenza induce ipometilazione,  dunque instabilità del DNA e maggiore predisposizione alla mutazione in cellula cancerosa. Sempre più oncologi consigliano in pazienti con il cancro, oltre ai normali percorsi terapeutici, una modifica dello stile alimentare che si deve arricchire di acido folico, sia naturale che in forma di integrazione.

La integrazione di acido folico è consigliata anche in diverse altre patologie, come l’alcolismo cronico, la semplice senescenza o invecchiamento, nelle malattie croniche dell’apparato digerente e in diversi disturbi del sistema nervoso come la depressione e l’ansia.

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