Il glucomannano è un polisaccaride idrosolubile ad alto peso molecolare, usato come fibra alimentare, capace di legare notevoli quantità di acqua (oltre cento volte il suo peso).
Impiegato come additivo alimentare, emulsionante ed addensante, il glucomannano deriva dal tubero dell’Amorphophallus Konjac, una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Aracee che da secoli fa parte delle tradizioni orientali culinarie, facente parte del gruppo delle erbacee perenni (è una sempre verde reperibile in qualsiasi periodo dell’anno, conosciuta soprattutto in Indonesia e in Giappone). In Asia Orientale la pianta viene usata soprattutto in cucina, coltivata appunto allo scopo di arricchire i piatti tipici della tradizione locale (tagliatelle e ragù vegetali). Chimicamente il glucomannano è costituito da unità di D-mannosio e D-glucosio, formato da catene di glucosio e mannosio (uno zucchero presente in batteri, funghi e piante).
Usato in campo gastroenterologico per combattere la stitichezza (ha azione lassativa, come molte fibre), è usato dai cardiologi per abbassare i livelli di colesterolo e dunque ridurre il rischio di infarti. I diabetologi la usano per mantenere i livelli di glucosio (glicemia) nel sangue.
Il glucomannano viene usato in Italia sotto forma di integratore alimentare, avrebbe applicazioni anche in campo dietologico per la riduzione del peso corporeo, ma queste ultime caratteristiche dietologiche non sono unanimemente riconosciute ed i benefici sulla salute sono solo supportati da poche ricerche cliniche, tanto che la F.D.A. non ha approvato alcun prodotto a base di glucomannano per la cura delle patologie suddette. Indubbiamente i presupposti ci sono: come altre fibre idrosolubili, il glucomannano è capace di diminuire l’assorbimento dei nutrienti a livello intestinale.
Il glucomannano assunto circa mezz’ora prima dei pasti principali insieme a un’abbondante dose di acqua, favorisce una certa riduzione dell’appetito con conseguente minor introito calorico, ciò perché questa fibra vegetale, vischiosa, una volta ingerita, gonfia aumentando il suo volume di quasi sessanta volte (per un processo di idratazione): dunque riempie lo stomaco, induce sazietà e riduce il senso di fame.
Il glucomammano, sciogliendosi facilmente in acqua o in altre bevande, e è molto pratico da sintetizzare in preparati erboristici e da utilizzare. Questa fibra è costituita quasi per intero da zuccheri che il corpo umano non assimila, quindi i livelli di glicemia dell’organismo restano costanti, da qui le sue applicazioni in campo diabetologico. Il glucomannano, per la sua alta vischiosità, ha poi la capacità di “intrappolare” i grassi, che vengono quindi espulsi con la fibra del glucomannano tramite le feci (da qui l’uso per la stipsi).
Tuttavia, si ribadisce che la comunità scientifica non è concorde su associazione glucomannano e dimagrimento e dunque, partendo dal presupposto che non nuoce, provare… non costa molto! Generalmente il dosaggio raccomandato di glucomannano va da 500 mg a 1000 mg, 30-60 minuti prima dei pasti principali, assunto insieme a un’abbondante dose di acqua (almeno 250 ml).