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La sindrome di Barrett è anche detta malattia di Barrett o esofago di Barrett, in onore del medico che per prima la descrisse ed è una pericolosa ma controllabile condizione patologica di una parte dell’esofago. Le conoscenze attuali permettono oggi di descrivere l’esofago come un organo a guisa di tubo che collega la bocca con lo stomaco consentendo ed agevolando il transito del cibo.
Come è composto l’esofago?
La parete interna dell’esofago è costituita da uno strato mucoso che consente lo scivolamento del bolo alimentare sino all’ingresso nello stomaco, che avviene attraverso uno sfintere, il cardias, una vera e propria valvola muscolare.
Cos’è la Sindrome di Barrett?
Nella sindrome di Barrett la mucosa esofagea è sostituita da un tessuto simile al rivestimento intestinale, un tessuto che indica una condizione di precancerosi, cioè di rischio di evoluzione in cancro del’esofago. In genere la presenza di questo tipo di rivestimento riguarda la porzione distale, quella più vicina allo stomaco e gran parte degli studi scientifici sono concordi nell’indicare che questa malattia rappresenta la manifestazione di una sofferenza cronica della regione esofagea, sottoposta a continue erosioni determinate dai succhi gastrici, che normalmente non dovrebbero risalire su per l’esofago ma che, per la concomitante insufficiente funzione del cardias, tuttavia risalgono dallo stomaco all’esofago, irritando la mucosa e inducendone dunque una progressiva modificazione.
Volendo fare un esempio, è come se una persona, che non ha mai zappato la terra, incomincia a zapparla con veemenza e costanza. Le prime volte l’usura meccanica sulle mani causa papule e piaghe, ma col tempo la pelle si modifica ispessendosi e creando duroni e calli. Allo stesso modo, la mucosa esofagea, irritata e bruciata dal reflusso acido gastrico, si ispessisce e muta nel tempo, divenendo più resistente, tuttavia questa mutazione può dar luogo alla creazione di cellule che sfuggono ai normali fattori di crescita evolvendo verso la formazione del cancro esofageo.
Detta in questi termini, appare evidente che sono a rischio di sindrome di Barrett o metaplasia di Barrett tutti coloro che soffrono di iperacidità gastrica, ernia iatale, reflusso gastroesofageo, disfunzione del cardias, eccetera.
Quali sono i fattori di rischio che aumentano la possibilità della mlattia di Barrett?
I rischi aumentano se vi sono poi associati i seguenti fattori:
- sovrappeso o obesità
- fumo di sigaretta
- sesso maschile
- età superiore ai 45 anni
- razza bianca
Quali sono i sintomi della Malattia di Barrett?
Spesso la malattia di Barrett ha un esordio asintomatico, ma un buon 50% di pazienti presentano sintomi vari e possono includere:
- frequenti bruciori di stomaco
- difficoltà nel deglutire il cibo (disfagia – odinofagia)
- dolore toracico dopo la deglutizione simile ad un sintomo di un attacco di cuore
- conati di vomito
- vomito con sangue rosso o sangue che assomiglia a fondi di caffè
- esofago di Barrett senza displasia: la mucosa esofagea è alterata e presente, ma in essa non i rilevano cambiamenti cellulari precancerosi;
- esofago di Barrett con displasia di basso grado: le cellule iniziano a mostrare piccoli ma evidenti segni, in biopsia, di cambiamenti precancerosi.
- esofago di Barrett con displasia di alto grado: molte delle cellule analizzate presentano diversi anomali cambiamenti e lo stadio è premonitore di una possibile evoluzione in cancro esofageo.
Come si cura la malattia di Barrett?
Cosa fare di fronte ad una diagnosi di malattia di Barrett? Da una parte la terapia medica può essere di grande aiuto: controlli endoscopici periodici consentiranno di monitorare la malattia che viene trattata prevalentemente con inibitori di pompa protonica ed anti acidi, per ridurre la capacità lesiva dei succhi gastrici.
Il tutto va associato ad importanti modificazioni dello stile di vita, così riassumibili:
- riduzione del peso corporeo
- eliminare il fumo di sigaretta
- evitare vestiti o cinte che, aumentando la pressione addominale sul diaframma, agevolano il reflusso gastroesofageo,
- evitare bevande gassate
- evitare spezie, peperoncino, aglio o aromi che aumentano la acidità gastrica
- ridurre il consumo di fritture, formaggi stagionati, insaccati, carne grassa, alcolici e superalcolici, caffè, frutta secca, dolci, cioccolata, e frutta e verdura che fermentano o acidificano (banane, carciofi, legumi, pomodori, aglio, cipolle, eccetera)
- svolgere attività sportiva
- evitare pasti abbondanti
- evitare, subito dopo aver mangiato di stare curvi o piegarsi, evitare di mettersi ad esempio alla guida di auto
- evitare di sdraiarsi dopo aver mangiato
- quando ci si corica, tenere il tronco in posizione elevata; non bisogna dunque alzare solo la testa, ma tutto il torace, che contiene l’esofago
Se nonostante le precauzioni la malattia evolve i rimedi chirurgici per la rimozione dell’esofago di barrett sono vari: dalla resezione endoscopica, alla ablazione con radiofrequenza, dalla crioterapia alla terapia fotodinamica. Le resezioni chirurgiche demolitive sono da considerare quando le lesioni sono molto estese o evolute in forma maligna.