La cefalea o mal di testa è un quadro clinico di disturbo doloroso della testa talvolta associato a dolore alla faccia o collo, spesso invalidante, capace di alterare la qualità della vita del paziente che ne soffre.
Negli anni ‘90 la IHS (International Headache Society) ha classificato le cefalee come segue
- forme primarie di cefalea che si manifestano in assenza di un quadro patologico specifico, dunque senza una causa evidente,
- forme secondarie di cefalea, riconducibili a cause e patologie definibili (meningite, emorragia intracranica, tumore cerebrale, arterite temporale, eccetera).
Nella maggior parte dei casi la cefalea è una condizione clinica benigna, tuttavia bisogna sempre attenzionare quelle forme che si presentano in modo ricorrente proprio per escludere che esse siano una spia di situazioni ingravescenti.
Spesso la cefalea o mal di testa è frutto di condizioni intercorrenti: sbalzo di pressione arteriosa, esposizione a temperature troppo basse o troppo alte, infiammazioni dei muscoli del collo o della cervicale, insonnia, tensione nervosa, eccetera.
La forma comune di cui stiamo parlando è la cefalea di tipo tensivo (tension type headache) con una mal di testa di intensità lieve-moderata generalmente autogestita dal paziente, molto frequente in entrambi i sessi tra i 40 ed i 50 anni.
La causa non è nota, ma gran parte dei medici concordano sulla ipotesi di un possibile ruolo di ipereccitabilità della rete neuronale sensitiva afferente dai muscoli della testa e del collo, mentre dolenzia muscolare e tensione psicologica sarebbero probabilmente associati con forme a minore frequenza.
Il dolore colpisce il livello frontale bilaterale, delle tempie o della regione cervicale, il tipo di dolore è gravativo-costrittivo e non pulsante e non aggravato dall’attività fisica. Il fastidio può durare da ore a giorni e non è associata con sintomi neurologici (nausea o vomito), anche se può verificarsi fotofobia (fastidio della luce) e fonofobia (fastidio del suono).
La diagnosi si basa generalmente sulla storia clinica e su un esame neurologico ben definito.
Il mal di testa va curato con il riposo, l’allontanamento da rumori o luci che disturbano, uso di tachipirina in caso di dolore marcato. Gli anti-infiammatori come l’ibuprofene vanno considerati quando i sintomi sono ricorrenti, così come i miorilassanti (tiocolchicoside) o antinevralgici (novalgina).
Farmaci ipnoinducenti sono talora consigliabili per chi ha disturbi del sonno. Integratori per il sonno a base di melatonina sono consigliabili in quanto non farmaci e in quanto riequilibranti il ritmo sonno veglia e la stabilità dell’umore del paziente che soffre di cefalea.
Una alimentazione con una formula di dieta mediterraneo, associata a pasti leggeri ricchi di frutta e verdura e acqua, e con limitato uso di carboidrati, possono coadiuvare i pazienti che soffrono di cefalea tensiva.